Le silence des oiseaux
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The Messenger Le silence des oiseaux
documentario, Canada/Francia 2015, 90’, colore, lingua: inglese, sottotitoli: italiano
Regia di Su Rynard
Premio miglior film - Festival de l'Oiseau et de la Nature - Abbeville, Francia 2016
Il DVD contiene: Le making Of du documentaire (15') e il documentario: La LPO, un siécle pour les oiseaux (15'), in lingua francese
The Messenger racconta i problemi che affrontano gli uccelli canori migratori, che devono percorrere migliaia di chilometri ogni anno, viaggiando dai luoghi nei quali trascorrono l’inverno (zone dei tropici come l’Africa) ai luoghi più settentrionali dove ogni estate si riproducono (ad esempio l’Europa). L’autrice Su Ryan, per realizzare questo documentario, ha viaggiato il mondo alla scoperta delle difficoltà che devono affrontare questi piccoli e graziosi uccelli: in particolar modo i pericoli causati dall’essere umano, che sta dominando e distruggendo sempre di più il loro habitat naturale. Oltre alla caccia, Rynard evidenzia i pericoli meno noti al grande pubblico, per esempio come l’utilizzo dei neonicotinoidi in agricoltura vada a decimare gli insetti che ne sono il sostentamento e a inquinare le acque e gli ecosistemi in cui gli uccelli si muovono.
Altri gravi problemi sono l’inquinamento luminoso che ne disturba i flussi migratori, alterando l’orientamento basato sul campo magnetico e sul volo nelle ore notturne, le collisioni in quota e quelle contro i grattacieli e inoltre, tutti quei “progressi” tecnologici che comportano la distruzione degli habitat degli uccelli migratori.
Il documentario illustra come gli scienziati, grazie all’utilizzo della nuova tecnologia di geo-locator, possono finalmente monitorare i viaggi di singoli uccelli in tutto il mondo. La posizione di un uccello in tempo reale ci dice molto riguardo agli habitat che visitano e ai vari spostamenti degli stormi. Anche se molti non lo sanno, la popolazione degli uccelli canori è diminuita drasticamente nel corso degli ultimi 40 anni. Adesso rimane solo la metà del numero degli uccelli del passato e, purtroppo, anche molti di questi si sono estinti negli ultimi tempi. Più riusciremo a comprendere i pericoli che minacciano gli uccelli canori, e meglio riusciremo ad aiutare a preservare questi affascinanti “messaggeri”.
Nell'antichità gli umani guardavano al volo e ai canti degli uccelli per proteggere il futuro. Oggi, ancora una volta, gli uccelli hanno qualcosa da dirci.
Quando vado al cinema voglio sentirmi colpita, ispirata e coinvolta. Volevo che The Messenger facesse questo stesso effetto. Una delle più grandi sfide nel realizzare un film ambientale è non far sì che le persone si sentano sopraffatte o colpevoli. Abbiamo trovato con successo il giusto tono, mostrando nel film persone che lavorano per risolvere i problemi. Il vero cambiamento si verifica quando la gente inizia ad interessarsi positivamente.
Era importante per me collocare stilisticamente il film sia nel mondo naturale che in quello moderno, senza fingere che la natura fosse qualcosa di puro e separato da noi”, precisa in proposito la regista. “Volevo enfatizzare visivamente la tensione tra la bellezza della natura e la crescente tragedia ecologica che essa cela.
Ho voluto portare lo spettatore nel mondo degli uccelli, cercare un modo in cui le persone potessero connettersi a queste creature selvagge e ammirarne bellezza e resilienza. Gli uccelli canori sono minuscoli e migrano di notte, abbiamo dovuto rendere visibile l’invisibile. Li abbiamo filmati quasi al buio e in super slow motion, per essere all’altezza del loro epico viaggio migratorio notturno, oltre che per rivelare i dettagliati meccanismi di volo in un modo che si è visto raramente. Anche il sonoro gioca un ruolo importante nel film. Abbiamo registrato meticolosamente i suoni ambientali di ogni situazione in cui ci siamo trovati. Il punto musicale unisce le atmosfere naturali in ritmo e musica. Il risultato è sia esilarante che emozionante, crea uno spazio in cui le persone possono riflettere e meditare.
SU RYNARD
SU RYNARD dopo il diploma all'Ontario College of Arts, frequenta la Faculty of Fine Artsdella York University. Le sue opere di media art sono riconosciute in tutto il mondo e i lungometraggi Deam Machine (2000), Kardia (2006) e The Messenger vincono numerosi premi nei principali Festival internazionali.