Il lungometraggio è un documentario che mostra come sia cambiata radicalmente la vita sulle sponde del secondo lago più grande al mondo da quando negli anni cinquanta fu immesso – forse di proposito – il pesce persico.
Il primo risultato che si ottenne con l’immissione fu che l’ittiofauna del lago fu letteralmente annientata da questo predatore, che si moltiplicò velocemente essendo al culmine della catena alimentare.
Il secondo risultato fu che sul Lago Vittoria nei decenni successivi nacque e prosperò, e prospera tuttora, una fiorente industria del pesce. Non ovviamente destinato alla popolazione locale. Anzi.
Infatti, il pesce pescato viene deliscato, ridotto in filetti, che vengo inscatolati in contenitori di polistirolo ed inviati in giro per il mondo, il nostro bel mondo globalizzato. I resti del pescato, le carcasse, vengono gettati via. Ma non diventano rifiuti, in quanto i locali li mangiano comunque, friggendoli.